Donne nel calcio: Intervista ad Aqsa Mushtaq del Napoli Femminile

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Aqsa Mushtaq è un astro nascente del calcio femminile. A 22 anni, ha appena firmato il suo primo contratto professionistico con il Napoli Femminile – diventando la prima giocatrice di origine pakistana a militare in Serie A. Nata e cresciuta a Bradford da una famiglia pakistana, Aqsa è un esterno d’attacco di piede mancino.

Dopo aver militato nelle giovanili del Bradford, si è trasferita negli Stati Uniti, dove ha giocato per la Lenoir-Rhyne University ed è stata votata South Atlantic Conference Player of the Year per la stagione 2019-2020.

E adesso, il trasferimento a Napoli per continuare a vivere il sogno.

Aqsa ha gentilmente accettato di fare due chiacchiere con The Cult of Calcio su questa nuova esperienza e la sua carriera da calciatrice.

Cult of Calcio: Buongiorno Aqsa, grazie per averci concesso questa intervista. Puoi raccontarci qualcosa su di te? Chi è Aqsa Mushtaq e sei mai stata in Pakistan?

Aqsa: Ho 22 anni e gioco a calcio praticamente da sempre. Sono stata in Pakistan una volta, ma ero molto piccola e quindi ho pochi ricordi. Sono nata e cresciuta a Bradford in Inghilterra e non mi sono mai spostata fino al mio trasferimento negli U.S.A….ed ora a Napoli, ovviamente.

Cult of Calcio: Sappiamo che il tuo piede preferito è il sinistro, ma dai tuoi video abbiamo avuto modo di vedere che sai usare anche il destro. Come descriveresti il tuo stile di gioco? A quale calciatore ti ispiri?

Aqsa: Per quanto riguarda il calcio maschile, il mio idolo è Steven Gerrard. Ho cominciato a seguirlo perché mio fratello e i miei familiari tifavano Liverpool. Gerrard era una vero leader in campo. A parte le caratteristiche tecniche, si comportava da vero capitano. Ed io volevo essere come lui: un leader, qualcuno a cui la squadra potesse affidarsi.

Cult of Calcio: E per quanto riguarda il tuo stile di gioco?

Aqsa: Lo definirei come tecnico. Mi piace avere la palla trai piedi e tenerla fin quando non vedo la possibilità di un passaggio che possa liberare le mie compagne. Quindi direi che avere piedi buoni e una buona tecnica sono le mie caratteristiche principali.

Cult of Calcio: Quindi ti piace contribuire con le tue abilità ma sei anche aperta a dare supporto alle tue compagne?

Aqsa: Certamente. Da quando sono in Italia poi, ho dovuto adattarmi a un nuovo stile di gioco perché le calciatrici sono fisicamente più forti qui. Quindi ho dovuto fare un passo indietro, mettere da parte le cose che credevo di saper fare per concentrarmi sul migliorare i miei punti deboli. Ma, a conti fatti, quello che conta davvero è ciò che la squadra si aspetta da me. Fintanto che la squadra gira e io posso dare il mio contributo, sono contenta.

Cult of Calcio: Facciamo un salto indietro nel tempo. Cinque anni fa, hai preso una decisione importante, lasciando Bradford per trasferirti negli Stati Uniti alla Lenoir-Rhyne University. Come sei arrivata a questa scelta?

Aqsa: Mi ci è voluto un po’ per decidere perché avevo più di un’offerta da diverse università. Ma poi ho parlato con l’allenatore della Lenoir-Rhyne. Mi ha spiegato la sua idea di gioco e come immaginava me nella squadra, e ho capito che era quello che volevo. Inoltre, il campus si trova in una piccola città e questa è un’altra cosa che volevo. In una piccola università, tutti si conoscono ed è più facile ricevere supporto.

Cult of Calcio: Non dev’essere stata comunque una decisione facile…

Aqsa: No, non lo è stata. Infatti, continuavo a pensarci ogni giorno. Non sapevo se fosse la scelta giusta, e non è che pensassi “Oh, che bello, vado a giocare in America”. Ma una volta presa la decisone, ero contenta. Non vedevo l’ora di trasferirmi e poter cominciare a giocare a calcio ogni giorno.

Cult of Calcio: Dalla Lenoir-Rhyne al Napoli Femminile per continuare a vivere il sogno…Un’altra decisione importante! Cosa puoi dirci di questo nuovo cambiamento?

Aqsa: Il cambiamento più grande è ovviamente la lingua. Non avevo mai vissuto in un paese dove l’inglese non fosse la lingua principale. Non è facile cercare di capire di cosa si parla durante un allenamento o nella vita di tutti i giorni. Ma sento che sto cominciando ad ambientarmi, grazie anche alle lezioni d’italiano che ci fornisce il club.

Cult of Calcio: Il tuo modo di giocare è cambiato?

Aqsa: Credo che il gioco sia più veloce qui in Italia perché si insiste molto sul giocare a uno, massimo due tocchi. Io non ci sono abituata perché, come dicevo, mi piace avere la palla trai piedi. Quindi ho dovuto fare un passo indietro e imparare a giocare più velocemente di quanto fossi abituata. Ma dopo il primo mese, sento che sto migliorando anche sotto questo aspetto.

Cult of Calcio: Hai notato altre differenze riguardo al modo di giocare in Inghilterra, negli U.S.A. e in Italia? In generale, qual è la tua impressione della Serie A Femminile?

Aqsa: La Serie A mi sembra un ottimo campionato. Non esistono partite facili, sia che affronti la prima sia l’ultima squadra in classifica. A differenza che negli U.S.A., qui ci si concentra di più sulla forza fisica e sul giocare la palla velocemente, invece che sulla velocità e sull’atleticità individuale. L’Inghilterra è simile da questo punto di vista, ma anche lì c’è comunque una certa predisposizione al dribbling. In Italia è importante muoversi molto e passare la palla. Le differenze sono tante, ma per me è un’ottima cosa perché mi perfette di lavorare su aspetti del mio gioco che normalmente non curerei.

Cult of Calcio: Infatti, questo deve aver influito molto sul tuo gioco…

Aqsa: Beh, quando ti sposti da un paese all’altro devi lavorare su tutti questi aspetti e ciò ti rende una giocatrice migliore, più completa.

Cult of Calcio: Ci sono altre differenze che hai riscontrato tra una lega e l’altra?

Aqsa: Tutte le leghe in cui ho giocato erano competitive, ma la Serie A é un livello diverso perché è un campionato professionistico. Ho giocato in Inghilterra dai 10 ai 16 anni in un modello “open age” ovvero con ragazze di tutte le età in quella fascia. Ed è stata un’esperienza dura perché mi trovavo ad affrontare giocatrici molto più esperte. Ma questo era dovuto al fatto che, essendo più grandi, avevano avuto più tempo per migliorare. Quindi trasferirmi negli U.S.A. e giocare sempre con ragazze della mia età mi ha aiutato molto. Ho cominciato ad accumulare più minuti sul campo, a segnare di più e a fornire assist. E questo mi ha aiutato a prepararmi per fare il salto nel professionismo.

Cult of Calcio: Quali erano le tue aspettive prima di trasferirti in Italia? E come descriveresti la tua avventura italiana fino ad ora?

Aqsa: Non avevo idea di cosa aspettarmi, ma non vedevo l’ora di iniziare. Allo stesso tempo ero nervosa, pensavo che magari non mi sarei inserita nella squadra o non avrei reso bene. A conti fatti penso di essermi inserita, ed essere in Italia mi sta aiutando ad essere molto più indipendente. Negli U.S.A. vivevo con la mia migliore amica. Qui, invece, devo fare molte cose da sola rimandendo allo stesso tempo concentrata sul calcio e sulla squadra.

Cult of Calcio: Parlando della squadra, come vedi la stagione del Napoli finora? L’inizio in Serie A Femminile non è stato dei migliori e tu non hai ancora giocato. Come pensi di tenere la motivazione alta per uscire da questo momento negativo per la squadra?

Aqsa: Credo che la cosa più importante sia rimanere concentrate. Se guardi le nostre partite, noterai che prese individualmente abbiamo delle ottime giocatrici e la squadra in se è forte. Dobbiamo solo giocare di più come squadra: guardarci intorno, giocare l’una per l’altra. Non dobbiamo abbatterci solo perché abbiamo perso qualche partita. Bisogna crederci e, non appena troveremo il giusto feeling, cominceremo a girare.

Cult of Calcio: …e quale può essere il tuo contributo in quest’ottica?

Aqsa: Anche io devo rimanere concentrata e prepararmi per quando arriverà il mio momento. Spero presto di poter contribuire con i miei goal e con qualcosa di positivo per la squadra.

Cult of Calcio: Quando pensi che potremo ammirare il tuo talento sul campo e come vedi il tuo futuro nel Napoli Femminile?

Aqsa: Sicuramente spero di restare a Napoli per un po’. Ma per ora prendo un giorno alla volta, cercando di concentrarmi su quello che l’allenatore si aspetta da me. Spero di poter dimostrare di essere una risorsa per la squadra, e quando mi verrà data l’opportunità, farò il possible per dimostrare di meritare un posto. Ma dipende tutto da me. Devo continuare ad allenarmi seriamente perché c’è molta competizione. Le ragazze sono tutte in gamba.

Cult of Calcio: Il tuo trasferimento a Napoli è stato una fonte d’ispirazione per molte calciatrici asiatiche e in particolare pakistane. Un invito a credere in se stesse e nelle loro possibilità. Hai qualche consiglio per loro?

Aqsa: Il consiglio che posso dare è di non arrendersi, anche se dovessero ricevere critiche. Tutti veniamo criticati, c’è sempre qualcuno che non vorrebbe facessimo quello che vogliamo. Ma fintanto che c’è qualcuno che ti supporta, devi andare avanti, anche quando ci sono dei momenti negativi.

Cult of Calcio: Quindi, credere in se stesse e non fermarsi mai?

Aqsa: Esatto, ma per realizzare i sogni bisogna anche lavorare. In tanti hanno degli obiettivi, ma non tutti sono disposti a lavorare per raggiungerli. Quindi il mio consiglio è di continuare a lavorare finché le cose non migliorino. Quando arriverà un’opportunità, sarete pronte a coglierla e mostrare cosa sapete fare.

Cult of Calcio: A parte i trasferimenti di Zesh Rehman, Ghiyas Zahid, Otis Rehman, o della stella del calcio femminile Hajra Khan, il tuo trasferimento a Napoli è stato uno dei momenti più importanti nella storia del calcio in Pakistan. Che effetto fa?

Aqsa: E’ una bella sensazione perché ho sempre voluto essere un modello per le persone. Spero che la mia storia possa essere d’ispirazione per tanti ragazzi e ragazze in Pakistan che vorrebbero giocare a calcio ma magari rinunciano perché pensano che non possa portarli lontano. Ma se hai il supporto della tua famiglia e lavori duro per raggiungere i tuoi obiettivi, nulla è impossibile.

Cult of Calcio: Torniamo di nuovo indietro. La scorsa stagione, hai vinto il premio come South Atlantic Conference Player of the Year. Come si fa a raggiungere un traguardo del genere?

Aqsa: Senza giri di parole, bisogna lavorare! Ricordo che, appena arrivata negli U.S.A., pensavo cose del tipo “Oh, andrà tutto bene, sicuramente vincerò un premio a fine anno.” Ma durante il mio primo anno, segnai solo 2 goal e non vinsi nessun premio. Quindi capii che dovevo lavorare di più. Nel secondo anno migliorai, ma ancora non ricevetti nessun riconoscimento. E quindi pensai: “Devo fare qualcosa.”

Cult of Calcio: E che cosa hai fatto?

Aqsa: Ho continuato a lavorare, ogni singolo giorno. Da sola. A volte preferivo non uscire con gli amici e continuavo ad allenarmi su quelle piccole cose che molti non vedono come importanti. Mi allenavo nei passaggi, mi allenavo nei tiri. Volevo allenarmi al punto da essere sicura che, in partita, nove volte su dieci avrei segnato.

Cult of Calcio: Insomma, tanto duro lavoro…

Aqsa: Ci è voluto tanto allenamento, ma devo anche ringraziare il mio allenatore. Mi ha spinto oltre i miei limiti, in un modo che neanche pensavo fosse possibile. A volte mi chiedevo “perché ce l’ha tanto con me?” ma ora capisco che lo faceva perché aveva intuito cosa potessi raggiungere se fossi riuscita a dare il 100% o anche il 110%! Non sarei arrivata dove sono se non fosse stato per lui.

Cut of Calcio: Ma hai anche avuto il supporto di altre persone, vero?

Aqsa: Certo, tutta la squadra mi sosteneva e mi spingeva a fare meglio. C’era una competizione sana in squadra negli allenamenti e questo mi aiutava ad essere pronta per le partite.

Cult of Calcio: Parliamo un po’ di donne nel calcio. Come dicevamo, tu sei una fonte d’ispirazione per molte calciatrici in Asia e in Pakistan. Come vedi le donne nel calcio di oggi?

Aqsa: Credo che in Pakistan non sia ancora visto come la normalità che una donna giochi a calcio. C’è più quest’idea che la donna debba stare a casa. Ma penso che le cose stiano cominciando a cambiare e che la gente stia cominciando a capire che non è così che dovrebbe essere – con gli uomini liberi di scegliere cosa fare, e le donne no o in misura minore. Spero che in futuro quello che faccio possa essere visto come una cosa normale in Pakistan e che più donne possano far parte della nazionale e fare onore al loro paese.

Cult of Calcio: Parlando della nazionale, c’è qualche possibilità che un giorno tu possa giocare per la nazionale del Pakistan? O aspetteresti una chiamata dall’Inghilterra?

Aqsa: Sarebbe un onore rappresentare entrambe perché giocare in una nazionale è sempre una cosa speciale. Sarei talmente onorata da una chiamata che in ogni caso dovrei pensarci e considerarla. Detto questo, la mia aspirazione principale sarebbe giocare per l’Inghilterra. Ma mai dire mai…

Cult of Calcio: Beh, che sia per l’Inghilterra o per il Pakistan, ti auguriamo un giorno di ricevere questa chiamata. Per concludere, hai qualche messaggo per i tuoi tifosi in Italia e nel Napoli?

Aqsa: Voglio solo ringraziarvi per il supporto e per la fiducia, e per seguire i miei progressi qui in Italia. Spero di ripagare la fiducia e di poter dare un contributo alla stagione del Napoli Femminile!

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