Meteore Mondiali: Asamoah, un incubo lungo 11 metri

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In Italia, una “meteora” è quel giocatore che vive un breve periodo di gloria, prima di tornare nuovamente nell’anonimato. I Mondiali sono pieni di storie del genere, di giocatori che in qualche modo raggiunsero l’apice della loro carriera proprio in quei magici 30 giorni, una volta ogni quattro anni, quando tutto il mondo ruota intorno a un pallone.

Le meteore brillano sul palcoscenico più importante, per poi tornare subito nei ranghi, o peggio ancora sparire dal calcio che conta. Come un incantesimo che si rompe, o un sogno da cui si svegliano troppo presto.

Antonio Guarini ci porta alla scoperta delle 10 più grandi “meteore mondiali” nella storia recente della Coppa del Mondo. Alcune di loro hanno aiutato gli Azzurri a conquistare la storia, altri evocano ricordi dolorosi per i fan italiani. Ma tutte si sono guadagnate quell’affascinante status di “meteora”, avendo trovato la formula magica proprio quanto contava di più.

Non avranno vinto il Pallone d’Oro, e in alcuni casi neppure il Mondiale, ma tutte conservano un posto d’onore nella memoria di tutti gli amanti del calcio.

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8) Asamoah Gyan, un incubo lungo 11 metri

Si dice che un attimo prima di morire ci scorra davanti tutta la nostra vita. Certamente ad Asamoah Gyan passerà l’immagine di lui che calcia sulla traversa un rigore che poteva consegnarlo alla storia del calcio africano.

Sudafrica, Mondiali 2010, quarto di finale tra Ghana e Uruguay. I tempi regolamentari si sono conclusi sull’1-1. Ultimo minuto dei tempi supplementari. Il Ghana è in avanti e Suarez effettua una parata illegale sulla linea di porta. Espulsione per il pistolero e rigore per le Black Stars. Sul dischetto va Asamoah Gyan. Traversa e poi sconfitta ai rigori per il Ghana. In semifinale ci va la Celeste del maestro Tabarez.

Quel rigore avrebbe mandato per la prima volta nella storia dei Mondiali una squadra africana tra le prime quattro. Le beffa è che Gyan segnerà il suo rigore nella serie dei penalty conclusivi. L’attaccante ghanese era passato anche in Italia, giocando con le maglie di Modena e Udinese. Oggi è ancora in attività. E’ un giocatore del Kayserispor, Turchia.

Chissà quante volte negli ultimi 8 anni Asamoah Gyan avrà pensato a quel maledetto rigore. L’Uruguay poi perse la semifinale contro l’Olanda. Suarez saltò quella partita, a causa dell’espulsione rimediata proprio contro il Ghana. Una partita, quella tra Black Stars e Celeste, che è stata chiaramente la sliding doors di quel campionato del mondo. E anche della carriera di Asamoah Gyan, che in quel periodo giocava in Francia al Rennes. Un gol decisivo all’ultimo minuto dei supplementari di una semifinale mondiale gli avrebbe dato un’eccezionale visibilità.

Forse Asamoah Gyan avrebbe giocato in squadre più prestigiose di Sunderland, Al Ain, Shangai SIPg, Shabab e Kayserispor. Forse avrebbe anche guadagnato molti più soldi. Forse il Ghana sarebbe stata la prima squadra africana a giocare una finale mondiale. Ma una traversa sudafricana non ha permesso che tutto ciò fosse possibile.

Come cantava De Gregori non è da questi particolari che si giudica un calciatore. Anche nel caso di Gyan Asamoah, l’eroe al contrario del Ghana.

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Asamoah Gyan, qui ritratto in uno scontro con Christian Brocchi del Milan, ha giocato in Italia per 5 anni, con le maglie di Modena e Udinese


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