Foto: © AC Milan
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Vincere in Italia, in Europa e nel mondo. Avere Palloni d’Oro e fuoriclasse di ogni specie. Essere un modello societario da imitare. Questo è stato il Milan di Silvio Berlusconi dal 1986 fino al 2012. Poi gli impegni politici e i guai giudiziari hanno convinto il patron a mettere il Milan sempre più in secondo piano e cominciare a pensare di passare la mano. Così è iniziato un lungo periodo di transizione. Con la squadra sempre più giù in classifica e la macerazione di alcuni ex giocatori simbolo come Seedorf e Inzaghi, nelle vesti stavolta di allenatore. Uomini giusti al posto sbagliato. Sbagliatissimo.
Già nel maggio-giugno 2015 c’è l’ipotesi di un ingresso di un socio minoritario nel Milan. Tale Mister Bee. Un broker asiatico che è pronto a rilevare il 48% del pacchetto azionario rossonero per oltre 500 milioni di euro. Illusione di qualche mese, perché poi Mister Bee si dissolve in fretta.
Le scatole cinesi (Agosto 2016-Aprile 2017)
Esattamente due anni fa spuntava dal nulla Yonghong Li, insieme al fido Han Li. La coppia di imprenditori cinesi si fa immortalare con Berlusconi nella sua villa in Sardegna. Hanno deciso di comprare il Milan. Tutto il Milan. Fininvest vuole vendere, e anche piuttosto in fretta. La squadra rossonera non è il Borgorosso, anche negli ultimi tempi lo sembra, e c’è bisogno di raggranellare un bel po’ di quattrini per completare l’operazione.
Berlusconi assicura che lascerà il Milan in mani sicure, a gente che riporterà in alto i rossoneri. Già perché negli ultimi anni l’ex club più titolato al mondo non riesce neanche a qualificarsi per la Champions League. Figurarsi vincere qualche trofeo. Intanto, com’è normale che sia, la stampa italiana ed estera comincia a farsi delle domande: chi è Yonghong Li? Quali sono i suoi averi?
Le prime notizie non sono rassicuranti. In Cina l’imprenditore è poco noto, anche a chi opera nel calcio. Ma l’operazione-Milan va avanti. Il 2016 si conclude con i rossoneri che vincono l’ultimo trofeo dell’era Berlusconi: la Supercoppa Italiana contro la Juventus. La squadra è allenata da Montella e ha tra le sue fila giovani molto interessanti come Donnarumma, Romagnoli e Suso.
Intanto i tifosi milanisti cominciano a familiarizzare con un termine: closing. Una parola inglese che sta a significare la chiusura di un affare. La data del passaggio di consegne slitta di settimana in settimana, fino ad arrivare alla primavera 2017. Finalmente si arriva al giorno tanto atteso: il 13 aprile il Milan diventa cinese. Yonghong Li diventa presidente dei rossoneri. Il primo cinese della storia. Ma nell’operazione entra anche il fondo di investimento Elliott. Gli americani effettuano un prestito alla nuova proprietà milanista di 303 milioni di euro, con tasso di interesse al 9%. I dubbi continuano a permanere sul misterioso Yonghong Li. Anzi aumentano giorno dopo giorno.
La grande illusione cinese (Aprile 2017-Agosto 2017)
Il campionato finisce con il Milan che riguadagna l’Europa League, dopo tre anni di astinenza dalle competizioni europee. Adriano Galliani è stato sostituito nel ruolo di amministratore delegato da Marco Fassone. Quest’ultimo è stato già dirigente di Juventus, Napoli e Inter. Una cosa che non verrà mai digerita del tutto da una parte del tifo rossonero. Fassone sceglie Massimiliano Mirabelli come direttore sportivo, anche lui con un passato nell’Inter come capo degli osservatori.
L’inizio dell’era cinese è scoppiettante. Arrivano subito i primi nuovi acquisti: Kessié, Ricardo Rodriguez e Musacchio. Nel frattempo però esplode il caso-Donnarumma. Il giovane portiere, su indicazione del suo agente Mino Raiola, decide di non rinnovare il contratto in scadenza con il Milan. Si apre una telenovela che durerà un mese. Tempo durante il quale i tifosi rossoneri chiedono la cessione di Donnarumma. Per convincerlo si muove anche Montella, che va personalmente dalla famiglia di Gigio per dissuaderlo dai suoi propositi di addio. A metà luglio la situazione si sblocca e Donnarumma firma un ricco contratto da 6 milioni di euro netti a stagione.
Di qui in poi partono i fuochi d’artificio, quando dalla Juventus arriva Leonardo Bonucci. Il difensore viene accolto dai tifosi milanisti festanti e viene eletto nuovo capitano del nuovo corso. Durante tutto il calciomercato arrivano 11 nuovi acquisti. A Milanello torna anche Rino Gattuso, come allenatore della primavera. Mentre Montella viene confermato, non con tanta convinzione, come allenatore. Il campionato comincia, ma alle prime sconfitte il tecnico napoletano viene messo subito sulla graticola.
L’autunno caldo del Milan (Settembre–Dicembre 2017)
Dopo qualche vittoria il Milan piomba in una crisi tecnica piuttosto pesante. Montella ha cambiato radicalmente la squadra, passando dal 4-3-3 al 3-5-2. Ma il nuovo modulo non convince e i risultati non arrivano. I rossoneri si allontanano subito dal vertice della classifica, l’entusiasmo estivo è solo un pallido ricordo. Il Milan perde con Lazio, Inter, Juventus, Napoli e Roma. Dopo un deludente pareggio interno con il Torino ecco la svolta: via Montella, c’è Gattuso in panchina.
L’avvio per il nuovo tecnico rossonero è complicato. I rossoneri regalano il primo punto in serie A della storia al Benevento e subiscono pesanti sconfitte con Verona e Atalanta. Il Natale riserva solo carbone. Ma proprio nell’ultimo match dell’anno arriva una vittoria contro l’Inter in Coppa Italia. Il gol di Cutrone regala un capodanno meno angoscioso, ma il nuovo anno del Milan sarà tutto in salita. Ancora una volta.
La doppia sfida del Milan (Gennaio–Maggio 2018)
In campo i ragazzi di Gattuso ricominciano a vincere e a scalare la classifica. Un timido sorriso torna sulla bocca dei tifosi del Milan. I rossoneri battono Roma e Lazio in campionato, conquistando anche la finale di Coppa Italia. La rincorsa continua, ma nella parte finale della stagione la fatica si fa sentire. Arriva una sconfitta dolorosa con la Juventus e una ancor più pesante con il Benevento fanalino di coda. Nel rush finale comunque il Milan difende il sesto posto , anche se perde rovinosamente la finale di Coppa Italia contro la Juventus.
Alle discrete notizie dal campo però non corrispondono buone nuove a livello societario. La UEFA mette sotto esame il Milan e non vede di buon occhio la misteriosa proprietà cinese. Elliott ha un ruolo sempre più centrale nelle cose rossonere. Il Fair Play Finanziario boccia i rossoneri. A fine maggio arriva la notizia che Fassone non ha convinto la UEFA, il Milan rischia di essere escluso dalle coppe europee. Un’onta per il club italiano più titolato in Europa. I tifosi cominciano a maledire Yonghong Li e i suoi misteri.
Grosso guaio a China-Milan e la nuova era U.S.A. (Giugno-Luglio 2018)
I peggiori timori diventano realtà: il Milan viene escluso dalle coppe europee. I rossoneri ora hanno la possibilità di ricorrere al Tribunale d’Arbitrato Sportivo di Losanna. Ma ormai la proprietà cinese non ha più alcuna credibilità. A fine giugno Elliott eroga 32 milioni di euro necessari per l’aumento di capitale societario. Yonghong Li ha dieci giorni per restituire la somma, non dimenticando i 303 milioni di euro da restituire entro ottobre 2018. I giorni passano e di Yonghong Li non si sa più nulla. Elliott non perde tempo e prende il controllo del Milan.
Il fondo creato da Paul Singer prepara la battaglia del Tas, primo banco di prova per la nuova proprietà americana. Il 20 luglio il Milan viene riammesso all’Europa League, i tifosi rossoneri festeggiano come se avessero vinto un’altra Champions League. Elliott intanto non perde tempo. Via Fassone, via i consiglieri d’amministrazione cinesi. Paolo Scaroni diventa il nuovo presidente del Milan. L’ex Leonardo torna ancora una volta a Milanello, stavolta come direttore sportivo dell’area tecnica, al posto di Mirabelli. Appena insiedato il dirigente piazza subito il colpo Higuain, con il ritorno di Bonucci alla Juventus e l’arrivo al Milan del giovane Caldara.
Insieme al brasiliano tornano in rossonero anche la leggenda Paolo Maldini, e Umberto Gandini, altro uomo dell’epoca d’oro di Silvio Berlusconi. Quella che si augurano di rivivere i tifosi del Milan, che negli ultimi due anni si sono sentiti come Ulisse alla ricerca di Itaca. La speranza è che il viaggio della speranza sia terminato. E ne cominci un altro ricco di vittorie. Sarebbe ora.